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LE DOMANDE PIù FREQUENTI AL NUTRIZIONISTA

Io mangio poco e non dimmagrisco

8 donne su 10 in studio dicono di mangiare poco e di avere difficoltà a dimagrire … il fatidico metabolismo bloccato. Come mai? In presenza di problematiche ormonali di vario tipo questo può succedere, ma voglio fare chiarezza sulla situazione che più di frequente incontro in studio. L’analisi del diario alimentare è utilissima, in questi casi, per fare una valutazione accurata dal punto di vista degli apporti nutrizionali durante la settimana. Spesso gli introiti sono insufficienti e sbilanciati e discontinui, spesso emerge una carenza per la quota proteica. Magari in certi giorni sono presenti carboidrati abbondanti e scarseggiano le proteine, altri giorni magari la cena è solo a base di verdure oppure una tazza di latte e biscotti. In una situazione del genere è normale che il corpo reagisca male, è come se scattasse una specie di allarme interno che blocca tutto. Cosa è successo? Mangiare sempre meno in un certo senso per il nostro corpo “ istintivo” equivale a vivere in un posto dove c’è poco cibo, una specie di carestia che costringe il corpo a consumare con molta parsimonia le riserve energetiche (grasso!) per sopravvivere più a lungo. Questo tradotto semplicemente equivale ad un rallentamento del metabolismo. Un’altra considerazione da fare riguarda la carenza proteica, nel diario i pasti sono sbilanciati e la signora mangia poca carne/uova/pesce/formaggio/legumi e proteine vegetali . In questo caso, con il passare del tempo, si instaura uno stato carenziale soprattutto per quanto riguarda gli aminoacidi essenziali che diventano un fattore- limitante. La limitazione bloccherà la sintesi di qualche enzima o di alcune proteine regolatrici del metabolismo cellulare che non sarà più in grado di girare come prima e ci sentiremo stanchi e con poca energia. L’ultimo punto da considerare, ma non meno importante, è il motore della nostra macchina. La muscolatura, che con il passare degli anni tende a diminuire spontaneamente, soprattutto se non utilizzata a sufficienza. Ad una certa età sembra proprio che le braccia si svuotino è come se perdessero tono e volume. Spesso quando chiedo se viene praticata una attività fisica riscontro o la totale assenza o una attività fisica che, in un certo senso, peggiora la situazione. Come mai? Mi riferisco sempre alla signora di prima,che mangia male e sbilanciata e leggendo sulla rivista che per attivare il metabolismo bisogna correre, lo mette in pratica. Il lavoro e lo sforzo muscolare produce sempre un consumo sia di substrati, forniti dal cibo, che della struttura (muscolo), quest’ultimo proprio per usura. Cosa succede ai muscoli della nostra signora? Purtroppo avendo una alimentazione sbilanciata, perderà massa muscolare, e i suoi muscoli si svuoteranno perché mancano i mattoncini con cui riparare le fibre muscolari. La muscolatura è importante ed è molto sciocco sprecarla in questo modo. Spero di essere stata chiara e di averti dato degli imput importanti su cui riflette per la tua situazione. Se vuoi analizzare con me come migliorare la tua alimentazione e uscire dal blocco contattami.

Ho spesso la pancia gonfia come mai?

Molte persone riportano questo disagio e sono più donne rispetto a uomini. Per prima cosa quando una persona si rivolge a me per problematiche gastrointestinali chiedo sempre di passare prima dal medico per una vista accurata e poi in base alla diagnosi applicare in sinergia una dieta adeguata alla problematica rinvenuta. Il gonfiore addominale che aumenta durante la giornata può dipendere da cosa mangiamo, da come lo abbiamo mangiato e da come viviamo la nostra giornata in relazione allo stress o problematiche ormonali. Analizzando il diario alimentare, focalizzando l’attenzione su qualità, tipologie, frequenza ed associazioni fra gli alimenti posso individuare subito la presenza cibi che per loro natura favoriscono lo sviluppo di gas nella persona predisposta. Ci sono tantissime categorie che lo possono fare: molta frutta e verdura, legumi, latticini, dolci, bibite, birra ecc. Succede spesso nelle visite, dopo l’estate, di ritrovare la situazione appena descritta e ciò è in relazione al fatto che in estate tutti mangiamo molta più frutta e verdura, perché è fresca, veloce e perché fa caldo, tuttavia il nostro intestino reagisce sviluppando più gas , la pancia si gonfia e ci fa sentire a disagio. Un altro punto importante da considerare è il fatto che molte persone non si rendono conto di avere delle cattive abitudini legate all’alimentazione: mangiano velocemente, masticando in maniera insufficiente, ingoiano aria perché parlano e magari consumano il pranzo davanti al computer o al telefono o assumendo una postura scorretta. Spesso la mensa diviene un luogo dove si continua a parlare di lavoro, si mangia in fretta e questa tensione non giova alla digestione. Alcune persone avvertono il gonfiore subito dopo il pasto, questo accade soprattutto a chi soffre di acidità, lo stomaco si gonfia diventa pieno di aria e teso. Il gonfiore poi scende nell’addome che si distende e la pancia si gonfia. Purtroppo la cattiva digestione non prepara un buon terreno per l’intestino e il cibo mal digerito darà luogo a fermentazione operata dai batteri presenti e tutto viene un po’ esasperato. Le problematiche appena descritte spesso sono correlate ad una sovracrescita batterica, sostenuta da cibi e comportamenti non adatti. In studio propongo una dieta che io chiamo reset intestinale a base di cibi che fermentano poco, associazioni alimentari poco impegnative dal punto di vista della digestione, piatti semplici poco conditi e l’alternanza delle varie tipologie secondo uno schema preciso. Importante è il focus sulla masticazione, la respirazione e i comportamenti sconvenienti durante i pasti, suggerisco di guardare quello che stiamo mangiando e di aumentare la consapevolezza dei piccoli gesti quotidiani. Il tutto associato ad una giusta integrazione nutrizionale a base di enzimi digestivi, probiotici e tisane carminative. Dopo un mese di lavoro duro e costante le circonferenze addominali si riducono di diversi centimetri la digestione fila liscia, i sintomi migliorano e la strada è in discesa.

Io cucino poco, non ho tempo cosa posso fare?

Questa è una situazione molto comune in studio, è un problema di tutti, la vita va troppo di fretta e bisogna adottare delle strategie per aggirare l’ostacolo altrimenti lo stile alimentare inadeguato si farà sentire e riempirà un po’ troppo le nostre rotondità. Descrivo brevemente lo stile alimentare che spesso presenta questa problematica. Al mattino, la nostra signora, si alza con tante cose da fare prima di andare al lavoro, spesso non ha fame e non fa colazione oppure mangia in velocità biscottini o brioches confezionata con un tè o un macchiatone. Al lavoro caffè o tè della macchinetta e dei cracker. Pranza al bar con un panino, tost, un primo piatto (precotto); se si porta qualcosa da casa invece sarà un panino con fesa di tacchino oppure un carota da sgranocchiare con lo strachino o con del tonno assieme a un pacchettino di cracker. Pomeriggio un frutto o biscottini tè o caffè alla macchinetta. Verso le sei arriva a casa, sente fame perché tutto sommato non ha mangiato tanto, per questo cerca subito qualcosa che le dia soddisfazione: un gelatino, una pastina, patatine in sacchetto con un gingerino/prosecchino. Dopo 2 ore la cena dove non mangerà pane o carboidrati perché ingrassano, il piatto forte sarà la fettina pollo e verdura con qualche grissino (2-3), oppure insalata mista con carote e una bistecchina di manzo, al sabato invece pizza con gelato. Come possiamo notare per sostenere una alimentazione così basta avere una dispensa/frigorifero ben fornito aprirlo e scartare dalla confezione il prodotto scelto. Quando si ha poco tempo è fondamentale l’organizzazione, ma se non ti sei mai organizzato come fare? Come affronto questo tema in studio? Tutte le consulenze nutrizionali riguardano cibo e allestimento dei pasti; in quest’ambito ritengo fondamentale l’organizzazione in cucina sia per una persona single o per una coppia o ancor di più per una famiglia con bimbi. Per come è concepita la vita oggi devi essere super organizzato in cucina se vuoi mangiare almeno per stare in salute, mantenere il peso o educare i tuoi figli al “gusto sano”. Ci sono molte cose che si possono fare per semplificare l’allestimento dei pasti, ma bisogna averne consapevolezza o qualcuno te lo deve insegnare. E’ importante ottimizzare i tempi, cuocere una volta e mangiare x 3 pasti, usare il sottovuoto che mantiene intatte le pietanze cotte anche per 4/5 in frigorifero, imparare ad usare il freezer per stoccare porzioni che ci serviranno per qualche settimana. Fare una buona lista della spesa, dedicare qualche ora del fine settimana per cuocere qualcosa e snellire il lavoro durante la settimana: creme di zucca, di verdure, di legumi da congelare in bottiglie o barattoli di vetro. Fare del buon brodo di ossa e carne e mettere in freezer 1-2 bottiglie utilissime per quando avremo voglia di un brodo fumante. Cuocere ceci in quantità e porzionare in sacchetti da usare per insalate, minestre, zuppe , polpette. Congelare tranci di pesce fresco in monoporzioni. Potrei scrivere due pagine sull’argomento, ma in studio per insegnare tutto si va per gradi, non spaventarti! Tutti all’inizio sono un po’ spaventati, ma dopo un 2-3 settimane di allenamento ognuno trova la sua dimensione e vede il risultato sul piano della salute. L’organizzazione ruota tutta attorno ad un menù settimanale costruito in base alle esigenze fisiologiche, nutrizionali e lavorative della persona. Pranzo e cena per tutti i giorni della settimana, dove si distribuiscono le frequenze e le rotazioni delle tipologie nutrizionali, gli abbinamenti, le quantità e le alternative possibili. Dove c’e la necessità faccio preparare la dose doppia da portare al lavoro per 2 gg di seguito. Il menù è correlato da ricette e da foto esplicative che faccio per prima ai piatti che allestisco per la mia famiglia. Dove abito io c’è un’ottima rosticceria dove cucinano molto bene, spesso il venerdì mi faccio mettere da parte del pesce già cotto o qualche polpetta o gli gnocchi freschi che sono buonissimi. L’importante è individuare il negozio giusto pulito e di qualità. Non è difficile, ci vuole un po’ di tempo per prendere il ritmo, ma tutti apprezzano questo percorso di “educazione”. Un po’ alla volta entrano nel meccanismo e alla fine sanno cosa fare, anche da soli. Imparano a mangiare variato a cucinare in modo diverso e la cucina di casa diventa sicuramente più vissuta.

Soffro di stitichezza da una vita, l’alimentazione puo’ aiutarmi?

La stitichezza e i problemi di motilità intestinale possono avere diverse cause. Dopo una accurata visita dal medico per escludere patologie o complicanze all’apparato gastrointestinale il nutrizionista può considerare la situazione. Il primo fattore predisponente è lo stile di vita, cioè l’insieme di tutte le abitudini messe in atto dalla persona. Spesso sono abitudini scorrette che vengono fatte di continuo senza rendersene conto. Mi riferisco ad abitudini alimentari come saltare i pasti, cibarsi di alimenti troppo raffinati e quindi poco ricchi di fibra, eccesso di zuccheri, consumare i pasti frettolosamente magari al pc o al bar, bere poca acqua ecc. Non meno importanti sono le abitudini quotidiane in senso lato come l’assenza di attività fisica e ritmi di vita frettolosi, trovarsi spesso tutta la giornata fuori casa senza il proprio bagno. Infine possono contribuire e sostenere un intestino lento anche l’abuso di tranquillanti, sonniferi o lassativi. Il microbiota intestinale di una persona stitica ha un sua configurazione, ci sono specie che prevalgono su altre, la fibra scarseggia e non tutte le sostanze prodotte dalle fermentazioni sono” buone”, si sviluppano gas che causano gonfiore e fastidio. Cosa fare? Per prima cosa non avere fretta, una vita da stitico non la si può risolvere in un mese, serve più tempo. Il lavoro è complesso e articolato su più piani: quello alimentare quello di integrazione nutrizionale e di attività fisica. Bisogna fare cambiare ritmo all’intestino, in un certo senso rieducarlo, rivitalizzando la flora batterica presente, eliminando l’eccesso di fermentazione e favorendo i processi depurativi e di peristalsi intestinale. Il cibo farà un grande lavoro cambiando la consistenza delle feci e stimolando la peristalsi intestinale. Tutto questo come si traduce in studio? Un’analisi attenta del diario alimentare mi farà capire quali sono i punti critici del tuo stile alimentare e di abitudini in relazione alla stipsi. Cambieremo diverse cose migliorando i ritmi, escludendo i cibi raffinati e i cibi che più infiammano la mucosa intestinale; ti insegnerò a masticare bene a bere le tisane giuste, a fare una colazione adeguata al tuo caso e ad utilizzare le proprietà “lassative” di alcuni frutti e verdure. Ti darò qualche ricette per inserire più fibra, meno farine raffinate e più chicchi (cereali) nei tuoi pasti, ti insegnerò a gestire i legumi, che non mangi quasi mai. L’altra parte importante sarà il focus sull’integrazione nutrizionale: buoni probiotici soprattutto! dico “buoni” perché non basta comprare una scatola di fermenti qualsiasi, molto utile sarà l’inserimento di un alimento funzionale per l’intestino da assumere una volta al giorno, aiuterà a migliorare il trofismo della mucosa intestinale e rivitalizzerà i batteri un po’ “depressi” fornendo il giusto nutrimento. Ti insegnerò, infine, ad avere pazienza e a distogliere un po’ il pensiero dalla frase che uno stitico pensa minimo 2-3 volte al giorno: “ … e anche oggi non ho scaricato e mi sento gonfia come un pallone”. Più si fissa il pensiero meno naturali sono le funzioni fisiologiche di questo tipo purtroppo! Ci vorrà tempo e lavoreremo assieme quanto servirà.

Sono in menopausa e mangio sempre come prima, come mai cresce la pancia e cosa devo fare per prevenire l’osteoporosi con l’alimentazione?

Molte donne nell’età di mezzo vedono, loro malgrado, cambiare le proprie forme corporee e nonostante gli sforzi mettono su la pancetta che mai hanno avuto, con grande dispiacere. Purtroppo nel periodo a cavallo e post menopausale il corpo di una donna (ma anche la sfera psicoemotiva) va incontro a cambiamenti importanti soprattutto dovuti alla carenza ormonale tipica di questo periodo. Ovviamente bisogna comunque considerare che intorno ai 50 anni, e più intensamente attorno ai 60, il nostro metabolismo non gira più come una volta. Purtroppo ogni decade in più l’invecchiamento “ metabolico” si fa sentire e anche se mangiamo le stesse cose di prima i nostri bisogni sono diversi, sono più bassi e ingrassiamo con più facilità. Ci sono altre aggravanti purtroppo che meriterebbero una lunga spiegazione che riassumo brevemente: la carenza ormonale progressiva induce naturalmente una perdita di tessuto muscolare, l’assenza di attività fisica contribuisce a svuotare i nostri muscoli di fibre, la diminuzione naturale di massa magra provoca una diminuzione del metabolismo. A questa età normalmente si smette di lavorare e questo è un cambiamento importante, ci si rilassa un po’ troppo e spesso il cibo viene considerato una compensazione/consolazione. Spesso nel diario alimentare noto che, nonostante ci sia più tempo a disposizione, le donne mangiano peggio. Il diario spesso mostra una carenza proteica a favore di un esubero di carboidrati: le pizze con le amiche, la colazione al bar, gli aperitivi/apericena a cui ormai nessuno sa dire di no. Perché proprio la pancia? Non posso entrare troppo nel dettaglio, ma è una questione esclusivamente ormonale. Non avendo più gli estrogeni circolanti, che una volta indirizzavano il grasso su cosce, fianchi e sedere, in menopausa assomigliamo molto di più agli uomini e come loro mettiamo su pancetta. Questo grasso va controllato perché, quando è voluminoso e le circonferenze addominali superano i valori soglia, indica la presenza di un grasso viscerale, metabolicamente attivo, che risulta essere un fattore di rischio per le patologie cardiovascolari. Cosa propongo in studio? Dall’analisi del diario valuto se l’alimentazione è sbilanciata e la correggo dando alle proteine il giusto peso e spiegando quanto importanti siano per il mantenimento della massa magra e per la riattivazione metabolica. Qualche volta propongo un riequilibrio con l’uso di aminoacidi essenziali per colmare le carenze che si sono instaurate mangiando male. La distribuzione dei pasti durante la giornata andrà modificata, seguendo uno schema che tiene conto della distribuzione dei carichi di nutrienti a seconda del momento della giornata. Purtroppo per diversi motivi anche per noi italiani, ormai, la cena è diventata il momento nutrizionale più importante, il pasto più corposo, ma per la donna in menopausa non va bene. Verrà consigliata un’alimentazione specifica con alimenti ricchi di minerali e con focus specifico sull’apporto di Calcio: acque calciche, alimenti fortificati e associazioni alimentari favorevoli /sfavorevoli per il suo assorbimento a livello intestinale. L’alimentazione sarà cruda, viva e colorata cioè ricca di antiossidanti e di vitamine tra cui la vitamina k che è importante per l’assorbimento di calcio a livello osseo. Il medico curante di solito controlla i livelli di vitamina D e prescrive l’integrazione adeguata. In merito a questo, in studio consiglio sempre di verificare il dosaggio durante l’anno al fine di ottimizzare l’integrazione e il raggiungimento dei valori desiderati. La vitamina D aiuta il calcio ad essere assorbito a livello intestinale, inutile imbottirsi di calcio se poi non riusciamo ad assorbirlo, questo a lungo andare può fare danno. Infine suggerisco di contattare il personal coach con cui collaboro, un valido supporto per l’attività fisica e la prescrizione di esercizi mirati per aumentare/mantenere/ tonificare la massa magra nel rispetto delle condizioni di salute dell’apparato scheletrico fornite dal medico stesso. Il tessuto osseo è molto sensibile agli stimoli provenienti dall’esterno quando si fa attività fisica: un osso sano, con una densità ossea normale, risponde modificando la propria architettura in base ai carichi meccanici a cui è stato sottoposto. Ecco perché il movimento giusto è fondamentale, non basta una attività qualsiasi. Nel caso in cui siano presenti anomalie sulla densità ossea sicuramente già il medico avrà consigliato una attività di intensità lieve e moderata, magari da fare in acqua. L’integrazione nutrizionale si inserirà e sarà personalizzata in base alla terapia già prescritta dal medico per quanto riguarda calcio vitamina D e K.

Qual’e’ la merenda migliore per il mio bambino?

Imparare a mangiare è fondamentale a tutte le età, ma spesso mamme e nonne si confortano a vicenda con la solita frase “tanto dopo cresce”, e così in Italia il trend crescente per sovrappeso e obesità infantile ha raggiunto livelli veramente preoccupanti. Spesso per una mamma è molto difficile stabilire quanto deve mangiare il proprio bambino e l’idea di "troppo" non è così facile da definire, così come l’idea di una merenda sana e adeguata. Purtroppo il nocciolo della questione si identifica con la difficoltà che tutte le mamme incontrano a sostituire la merendina confezionata, il succo di frutta, il tè alla pesca, lo yogurt con le palline croccanti con una merenda più semplice e meno accattivante. Sicuramente il mercato e la pubblicità hanno condizionato le scelte, ma anche le mamme trovano più comodo e veloce la merenda confezionata piuttosto che preparare un paninetto o sgusciare delle noci o preparare un piatto di frutta. I bambini vanno rieducati al gusto in semplicità, è importante che il gusto sia più naturale possibile e che non crei dipendenza. Non si mangia per noia o per abitudine o per sgranocchiare qualcosa davanti alla TV. Consiglio spesso alle mamme di eliminare dalla dispensa tutti gli snack dolci o salati, bibite tè ecc.. e di rifornire la dispensa in modo diverso. Se il bambino ha fame … quella vera … mangerà anche una fetta di pane con un po’ di cioccolato buono, oppure con un po’ di olio e origano, o un frutto fresco , una macedonia, un frullato, una manciata di mandorle. In studio fornisco molte idee e ricette per le merende dopo le prime resistenze tutto diventerà più facile. Merende semplici, poco elaborate e soprattutto “pulite”, cioè prive di tutta la “chimica” aggiunta ai prodotti confezionati. Sicuramente vanno stabilite delle merende speciali da usare ogni tanto: una pallina di gelato artigianale o una buona fetta di torta fatta in casa, una cioccolata al bar. Con il passare del tempo il cambiamento produrrà i suoi frutti, ma servirà pazienza e richiederà un impegno per la mamma … che lo farà per il bene del suo bimbo. Se iniziamo il percorso quando il bimbo è piccolo sarà molto più facile educarlo al sapore dei cibi sani. La cosiddetta “educazione al gusto” che prevede una base neurobiologica e che dura per la vita.

Quante uova posso mangiare alla settimana?

Le uova per molti anni sono state demonizzate, “massimo due uova la settimana perché sono ricche di colesterolo” chiunque ha sentito questa frase . Bisogna fare un po’ di chiarezza. Le uova sono un alimento proteico ad alto valore biologico, contengono una buona quota di colesterolo, ma non per questo quando mangio un alimento contenente colesterolo equivale necessariamente ad avere un rialzo di colesterolo nel corpo. Il colesterolo misurato nel sangue (analisi) è un colesterolo che per la maggior parte è di produzione epatica (circa 80%) e spesso in alcune persone questa produzione è eccessiva e tale predisposizione durerà per sempre, purtroppo. Da cosa è incentivata la produzione di colesterolo in eccesso? Entra in gioco l’insulina, questo ormone nelle persone predisposte, quando mangiano troppi prodotti a base di farine o troppi zuccheri, va a stimolare in modo importante la produzione epatica di colesterolo. Una dieta sana e varia dove si insegna al paziente a realizzare dei pasti a basso impatto insulinico aiuta a capire come non stimolare in modo eccessivo la produzione endogena di colesterolo. Due uova sicuramente rappresentano un buon apporto di colesterolo alimentare ma inseriti in un contesto alimentare con verdure e pane integrale non c’è nulla da temere. Risulterebbe un po’ troppo ricco di grassi e colesterolo un pasto con due uova formaggio pancetta, pane e fettina di dolce alla fine, ma questo discorso vale in assoluto e non necessariamente legato al colesterolo. In presenza di familiarità per malattie cardiovascolari, più che stare a contare le uova, è importante imparare a gestire l’alimentazione e a fare il giusto movimento in modo da mantenere il corretto peso forma. Chi evita le uova come regola per la paura del colesterolo e continua ad essere sedentario, in sovrappeso, con una dieta poco variata e prevalentemente composta da carboidrati raffinati, tanti formaggi, affettati e qualche birretta di troppo non può certamente aspettarsi di migliorare il proprio profilo lipidico. Il momento migliore per mangiare le uova è a colazione. Purtroppo noi italiani siamo un tormento per la colazione salata, preferiamo la brioches che come ingredienti ha uova farina bianca zucchero e burro. Un ovetto al mattino alla coque o strapazzato con pane tostato e un avanzo di verdure della sera prima è un ottimo modo per iniziare la giornata.

Soffro di colite da molti anni cosa posso fare con l’alimentazione?

Dopo la diagnosi da parte del medico di colon irritabile, rivolgersi ad un nutrizionista aiuta a migliorare la situazione, ma soprattutto, aiuta la persona ad imparare a gestire questo tipo di disturbo. Vi sono molte forme di coliti alcune più gravi di altre, si manifestano generalmente con sintomi quali dolori addominali, attacchi improvvisi di dissenteria alternati a periodi di stipsi, sensazione di pesantezza e di gonfiore, flautolenza e a volte anche dolori anali e perianali. Su tutto questo può avere il suo peso anche la pressione psico-emotiva che in certe situazioni può essere una causa scatenante. L’ansia e lo stress vengono somatizzati, e ognuno di noi ha il suo organo preferito su cui somatizzare; l’intestino e lo stomaco sono in cima alla lista, ma il più delle volte la cattiva alimentazione esaspera la sintomatologia. Il processo infiammatorio che coinvolge l’intestino talvolta è rilevante e il medico spesso prescrive il dosaggio di indici infiammatori molto utili per avere un quadro completo della situazione. In questi casi cosa propongo in studio? Non è una problematica da poco e per avere dei risultati a lungo termine è necessario lavorare per step, affrontando le criticità presenti riportate dalla persona durante il colloquio. Questa patologia è generalmente cronica ed è caratterizzata da periodi di riacutizzazione dei sintomi e fasi di quiescenza che richiedono comportamenti e alimentazione molto differenti. Inizio sempre con un reset intestinale, cioè una dieta antinfiammatoria che portata avanti nel tempo aiuta a ridurre l’infiammazione presente a livello di mucosa intestinale, migliorando la sintomatologia. Vengono eliminati diversi cibi che per composizione sono considerati infiammatori per l’intestino e viene ridotta la quantità di fibra che in certi momenti potrebbe risultare essere troppo aggressiva sulla mucosa infiammata. Insomma una bella scrematura che si traduce in una sorta di riposo intestinale, una dieta pulita, semplice, basica ma comunque equilibrata in carboidrati, proteine, fibra “leggera” e grassi di buona qualità, anzi tutto il cibo deve essere di buona qualità. Questo riposo affiancato da una rieducazione alla masticazione, da un miglioramento nella gestione dello stress e da una adeguata integrazione nutrizionale con integratori e alimenti funzionali, contribuisce molto a migliorare la situazione. Terminato il riposo intestinale, gradualmente si passerà ad reintrodurre le varie categorie, valutando le reazioni e raggiungendo in qualche caso un buon equilibrio dato da una alimentazione personalizzata uno stile di vita che riduce gli stressor e qualche eccezione ogni tanto che sicuramente sarà ben tollerata dall’intestino dopo 4-5 mesi di lavoro.

DOVE MI PUOI TROVARE

Adria
“La Casa “ Via Terranova, 2 Adria (RO), dove è presente anche la Dottoressa Anna Guarnieri, Psicologa specialista in Terapia Sistemica Familiare.
Camposampiero
Associazione ONLUS "Fiori di Cactus" Via Bonora 48/1 - Camposampiero, l’associazione offre aiuto e sostegno a tutte le persone che affrontano o che hanno affrontato problematiche oncologiche, qui mi occupo di educazione alimentare e prevenzione.

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